Investire nei BTP

Uno degli investimenti a cui molti risparmiatori italiani rivolgono la loro attenzione è sicuramente quello dei BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) essenzialmente per la sicurezza che trasmettono.

Prima di procedere all’acquisto di BTP si rende necessario da parte dell’investitore considerare tre importanti elementi:

l’attuale livello dei tassi d’interesse
l’orizzonte temporale desiderato
l’orizzonte temporale potenziale
Il rendimento che un investimento in BTP può offrire dipende da diversi elementi.
Eliminando dallo scenario eventuali problemi dello Stato nella capacità di restituire interessi e capitale, il rendimento è legato alla capacità del contraente di conservare i buoni fino alla data di scadenza prevista. Qualora l’investitore si trovi obbligato a disinvestire, anche in condizioni sfavorevoli, potrebbe anche accusare perdite in conto capitale.

Nel caso in cui l’investimento venga portato a termine, sempre al netto di problemi con la solvibilità dello Stato, si potrà contare su un rendimento che è dato da due elementi:

il rendimento a scadenza (YTM) ossia il rendimento annuo dell’obbligazione calcolato considerando le cedole
la differenza tra il prezzo d’acquisto e il prezzo di rimborso (100)
Qualora l’acquisto dei BTP avviene ad un prezzo sopra la pari (ossia superiore a 100) il valore del YTM sarà più basso del rendimento cedolare, per esempio un BTP con scadenza novembre 2017 con cedola 3.50% comprato oggi a 104.5 renderà all’investitore, che lo porta a scadenza, il 2.46% annuo (molto più basso della cedola del 3.50%), quindi si perderanno 4.5 punti in quota capitale a causa della convergenza dell’obbligazione verso 100, come abbiamo visto sull’articolo che spiega come si calcola l’effettivo rendimento del btp.

Un BTP è un titolo di debito emesso da una società o di governo dell’organizzazione.

Lo scopo principale del BTP è quello di aumentare il capitale in cambio di un impegno a restituirlo con interessi che rappresentano il beneficio dell’investitore.

Gli interessi dei BTP possono essere pagati a scadenza mensile, bimestrale o annuale, a seconda del tipo di regime che è stato impostato al momento dell’acquisto del titolo. Quindi, più alto è il termine di pagamento dell’obbligazione, maggiore sarà l’interesse che l’investitore riceverà.

Alla scadenza dell’obbligazione, la parte emittente deve rimborsare il capitale più tutti gli interessi accumulati nel tempo stabilito.
Investire nei Btp – I rischi
Investire in obbligazioni comporta anche dei rischi.

Esiste la possibilità che gli impegni non vengano rispettati.
La differenza con le altre operazioni finanziarie è che coloro che investono in titoli di stato vedono ridursi al minimo il rischio di fallimento.

Investire nei btp è un’operazione di investimento di capitali moderato e conservatore, è una buona strategia da seguire nei periodi di insicurezza della borsa, in tempi di grande crisi e in presenza di fluttuazioni economiche.

Essendo operazioni controllate dallo Stato, la garanzia di pagamento è molto più alta.
Non è necessario avere una grande preparazione in economia commerciale per investire nei BTP ma chi decide di farlo, oltre a possedere il capitale necessario per eseguire l’operazione, dovrebbe prendere in considerazione e anticipare le fluttuazioni economiche.

Investire in BOT riduce al minimo i rischi, genera profitti che, anche se non sono elevati, sono almeno sicuri. Chi acquista titoli a 3 e 6 anni, dovrebbe sapere che, se i guadagni saranno minimi (interesse guadagni può ruotare intorno al 4%), anche i rischi saranno ridotti.

Prima di investire è necessario tenersi informati ed aggiornati sulle comunicazioni ufficiali da parte dello Stato con cui vengono comunicate le date e le caratteristiche dei titoli che verranno messi all’asta. I BTP sono emessi dallo Stato tramite un’asta, che può essere competitiva (grandi investitori svolgono varie offerte per un gran numero di obbligazioni) o non competitive (piccoli investitori con piccolo capitale scelgono l’ammontare delle obbligazioni che vogliono acquistare).